Ho vissuto diversi anni in Sud America. Tanti da sapere che è un posto dove mi sono sempre sentita a casa. Questo per chi mi conosce non è un segreto. E’ un problema innanzitutto di lingua, lo spagnolo, che io amo profondamente per il ritmo, per la carezza che mi dà pronunciare certe parole. Per il calore delle sue terre, ma anche per le sue innumerevoli imperfezioni dove io mi ritrovo, forse perché sono le stesse della mia terra natia.
Ho sempre desiderato viaggiare in Perù, ma sapevo molto bene che era un viaggio abbastanza faticoso e sconsigliato da fare con i bimbi piccoli.
Faticoso perché il Peru è grande e tutto da scoprire, quindi devi viaggiare tanto e spesso in tempi stretti, ma soprattutto è impegnativo per l’altitudine. Il mal di altura esiste per davvero ed ha diversi effetti a seconda dello stato fisico. Di fatto il malessere non risparmia quasi nessuno. E poco fanno le foglie di tè di coca e muña, menta andina. La verità è che ci metti qualche giorno ad adattarti alle alte quote quindi bisogna programmare bene la logistica degli spostamenti.
Io sono di fatto atterrata direttamente a Cuzco (mt. 3400) che è stata per me la base di tante mie escursioni. La parte storica della città di Cuzco è molto bella e caratteristica al contrario del resto che si presenta decadente e povera. Nella bellezza della sua grande Piazza das Armas appaiono evidenti i segni della dominazione spagnola, con la costruzione di una quantità impressionante di chiese, tutte ben restaurate nonostante i terremoti ne abbiamo provato a minare la bellezza.
Gli abitanti di Cuzco sono tendenzialmente meticci, una singolare mescola di cultura spagnola ed inca. La lingua parlata è il quechua e il cibo più ricorrente è la carne di Alpaca e la trota. Cuzco si offre con una quantità di ristoranti molto qualificati e guide turistiche abbastanza improvvisate. Attenti a chi scegliete per spiegarvi la sua storia.
Da questa città di circa 500.000 abitanti si aprono diversi percorsi turistici. In questo devo ammettere che i peruviani sono stati abili. Il paese è tendenzialmente povero, ma hanno saputo sfruttare in modo abbastanza intelligente le loro risorse e messo sù una rete turistica di tutto rispetto.
Da Cuzco partono le escursioni per Machu Picchu, il sito archeologico Inca più famoso del mondo. Le entrate a questo sito sono contingentate e bisogna prenotarle almeno due mesi prima del viaggio.
Mi sono chiesta perché sia davvero il più famoso e la risposta me la sono data più o meno da sola. Machu Picchu ( in quechua, montagna vecchia) è uno dei siti Inca meglio conservato e di recente scoperta. Infatti fu solo nel 1911 che venne scoperto, probabilmente perché ben nascosto dalla dominazione spagnola che lo risparmiò dalla distruzione. Raggiungerlo in macchina non è possibile. Noi abbiamo preso un bi modale ( bus + treno) che in circa 4 ore ti porta ad Agua Caliente. Da qui partono dei bus turistici, gli unici autorizzati a raggiungere la valle. Il percorso da fare a piedi è unico e attraversa l’intero sito. Dura circa 3 ore e la sua bellezza sta nello scorgere improvviso di questa montagna che domina le rovine. Guardando quei resti hai davvero la sensazione di trovarti davanti a qualcosa di unico. Ti assale un’emozione abbastanza incontrollata. Io mi sono portata una mano sul petto, in segno di gratitudine per aver dato l’occasione ai miei occhi di vedere tale meraviglia.
Altra escursione che ho fatto, partendo sempre da Cuzco è stato il trekking per visitare la Montagna dei sette colori. Completamente incastonata nella cordigliera delle Ande questa montagna è stata scoperta solo da un decennio a causa del riscaldamento globale. Era infatti un ghiacciaio che al suo scioglimento ha mostrato una varietà di colori sorprendente. Arrivare in cima è una grande fatica, non tanto per la lunghezza del percorso (4 km di sterrato e 400 metri di dislivello), ma per l’ altezza della montagna. La vetta raggiunge in 5100 metri e lassù davvero si fa fatica a respirare.
L’avvicinamento alla vetta è lento e graduale, ma il respiro diventa immediatamente corto ed ogni passo è davvero una conquista. Ma la vera conquista è vedere uno scenario unico al mondo. La montagna si rileva in una bellezza straordinaria, i suoi colori sembrano finti e se non fosse cosi maestosa metteresti in dubbio la sua verità.
Ci sono tanti turisti che vanno a visitarla, gli abitanti locali, puri montanari hanno iniziato a trarne i loro giusti vantaggi mettendo in atto un discreto teatro di mercatini locali, cavalli da traino, vestiti tipici. Ai puristi della montagna questo spettacolo fa male, ma è pur vero che questo afflusso improvviso dell’ultimo decennio ha permesso a questa gente di evolversi un minimo nella costruzione di una scuola di montagna ed un centro medico di primo soccorso fino qualche tempo minimamente considerabile.
Sempre da Cuzco è iniziato per me un lungo viaggio che mi ha portato a Puno, sulle rive del lago Titicaca. Ho scelto di farlo in treno e di giorno nonostante le oltre dieci ore di traversata, perché curiosa dal paesaggio che avrei attraversato e ritengo che nonostante avessi pochi giorni a disposizione forse rimane uno dei ricordi più belli di questo viaggio. Il treno ( Perù rail) si presenta all’interno come una sorta di Orient-Express. Antico ed elegante nella sala, conserva e trattiene un’atmosfera intima e retró.
Il servizio è eccellente, a bordo si mangia egregiamente ed a fondo treno hanno ricavato una sorta di balcone panoramico che ti permette di godere del panorama andino. Per oltre dieci ore si attraversano valli e fiumi, si vedono contadini riversi sui campi e ghiacciai innevati. Si passa letteralmente in mezzo alla città di Juliaca e come uno scenario asiatico le bancarelle si spostano al passaggio del treno per poi ricomporsi due secondi dopo.
Il lago di Titicaca, oltre ad essere il lago più alto del mondo ( 4000 metri di altezza) è noto per la presenza della tribù degli Uros, che vivono su una grande laguna chiamata Isla flottante. Ho trascorso una notte lì, su una di queste isole galleggianti e la mattina visitato parte del lago ed alcune isole. Vi consiglio di trovare un alloggio direttamente nel lago e non a Puno. Io per esempio ho dormito in un lodge chiamato Amalia, come la moglie di Juan Carlos che ci ha fatto da guida. Questo vi darà la possibilità di calarvi direttamente nel contesto.
Anche sul lago di Titicaca emerge una forma di colonizzazione dei turisti se pur ancora blanda. Juan Carlos e Amalia, che vivevano ad un metro da noi nella loro capanna, hanno conservato il loro stile di vita, girano con una barchetta e mangiano trote del lago. Però la nostra presenza come turisti gli sta permettendo di mandare i figli a scuola, migliorare leggermente il suo stile di vita che ripeto, non ha nessuna intenzione di cambiare.
“ Io non ho curiosità di visitare l’Europa, mi sentirei perso. Mi piace vivere qua, tra le mie isole galleggianti e la mia gente e no, non prenderò mai la patente perché la mia vita è tra le acque di questo lago “.
Ultimo giorno a Lima, famosa per i suoi percorsi culinari davvero notevoli, ma che ci ha favorevolmente colpito per il suo centro storico imponente e sorprendente.
Ho cercato di condensare alcuni dei passaggi salienti di questo viaggio straordinario che ha messo d’ accordo i gusti di tutta la mia famiglia e che credetemi è cosa rara.
Andate in Perù se ne avete la possibilità, scegliete la sua gentilezza. Scoprirete un paese magico con una cultura forte e radicata. E’ come intraprendere un viaggio nel tempo, dove preziose rovine sussurrano al presente storie antiche del passato.
Diletta, Houston